Sequenza fotografica trekking da Berchida a Bidderosa

Sequenza fotografica sul percorso trekking dall'altopiano del Golgo fino a Cala Goloritzè.

martedì 15 gennaio 2008

Cenni sulla storia della fotografia

(da www.internetcamera.it)

Le notazioni storiche che seguono considerano le conoscenze ed i fatti e che determinarono l'invenzione: da allora i cardini della fotografia non sono cambiati anzi hanno generato un sistema; per questo motivo le innovazioni introdotte dal digitale non costituiscono una vera e propria rivoluzione, semplicemente sostituiscono il supporto che cattura la luce come è successo altre volte nel passato; questo produce una serie di cambiamenti importanti nel modo, nella destinazione d'uso e nei contenuti della fotografia, ma senza alterare il sistema scrittura con la luce (fotografia).

Gli elementi fondamentali
Il procedimento venne messo a punto nella prima metà dell'ottocento; il carteggio fra personaggi emblematici, l'analisi delle cronache, la presentazione dei brevetti, ha permesso di definire date certe e paternità. Nei paesi di lingua inglese l'apparecchio fotografico viene comunemente detto camera, e tale termine viene ormai adottato dai fotografi di tutto il mondo; esso deriva da un principio di fisica: la camera obscura.

Il termine viene considerato da alcuni una voce dotta, ma è opportuno mantenere la distinzione fra l'antenata dell'apparecchio fotografico e una qualunque stanza priva di illuminazione. Il principio fu intuito da Aristotele osservando un'eclissi solare e fu successivamente descritto dallo scienziato arabo Alhazen, vissuto a cavallo dell'anno Mille: una stanza immersa nell'oscurità, in cui si apriva un foro circolare, consentiva di osservare sulla parete opposta l'immagine capovolta del sole; nei secoli successivi fu menzionata da astronomi e filosofi, tra cui Bacone e l'Arcivescovo di Canterbury, Peckham . Naturalmente essa consente di osservare anche altri oggetti anteposti al foro, purché fortemente illuminati, e se viene ridotta alla dimensione di una scatola, l'immagine può essere vista dall'esterno sostituendo la parete di fondo con uno schermo traslucido, ad esempio un vetro smerigliato o un pezzo di carta semitrasparente. Affinché l'immagine sia nitida il foro deve essere molto piccolo e viene appunto definito stenopeico.

Sostanze fotosensibili
La luce, in particolare quella solare, produce cambiamenti su molte sostanze, la pelle si abbronza, alcune resine induriscono, i capi colorati sbiadiscono. Se fotografia sta per scrittura con la luce (della luce) allora si può lasciare un segno anche sulla buccia di una mela durante la sua maturazione semplicemente interponendo fra sole e frutto un elemento opaco, e ciò sarà fotografia a tutti gli effetti, così come lo è il segno lasciato dal costume sul corpo di un bagnante; sintetizzando ciò che conta è un materiale fotosensibile ed una sorgente luminosa.

Gli alogenuri d'argento
Fra le sostanze che subiscono alterazioni in presenza di luce, per noi riveste particolare importanza il nitrato d'argento, o meglio alcuni composti chimici derivati, chiamati alogenuri d'argento: il bromuro, il cloruro e lo ioduro. Alcune proprietà di questi sali erano già state notate nel XIII e XVII secolo, ma i primi esperimenti scientifici sul loro annerimento furono pubblicati nella metà del '700 da J. H. Schulze, da Giovanni Battista Beccaria e da J. Senebier.

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